Dieci fasi del genocidio

Le dieci fasi del genocidio, definite inizialmente come le otto fasi del genocidio, sono uno strumento accademico e un modello politico creato da Gregory Stanton, fondatore di Genocide Watch, una ONG con sede a Washington D.C., per spiegare come un genocidio nasce e si sviluppa. Le fasi del genocidio non sono lineari e, di conseguenza, molte di esse possono verificarsi contemporaneamente. Queste fasi sono un modello concettuale sia per analizzare gli eventi e i processi che portano ad un genocidio, sia per determinare misure preventive.

Nel 1996, Stanton presentò al Dipartimento di Stato degli Stati Uniti un documento informativo intitolato "Le 8 fasi del genocidio". [1] Nel documento, suggerì che i genocidi si sviluppano in otto fasi che sono "prevedibili ma non inesorabili".[1] Lo presentò poco dopo aver studiato l'Olocausto, il genocidio cambogiano, il genocidio armeno ed altri genocidi.[2]

Stanton concepì e pubblicò per la prima volta il modello nel 1987 al Warren Wilson College. Nel 2012 aggiunse due ulteriori fasi, discriminazione e persecuzione.[3]

Questo modello è ampiamente utilizzato nell'insegnamento degli studi comparativi sul genocidio in una varietà di contesti, che vanno dai corsi universitari all'educazione museale.

  1. ^ a b genocide-watch.com, http://www.genocide-watch.com/images/8StagesBriefingpaper.pdf.
  2. ^ (EN) genocidewatch, https://www.genocidewatch.com/tenstages. URL consultato il 22 gennaio 2024.
  3. ^ Copia archiviata, su Genocide Watch, 2020. URL consultato il 9 febbraio 2024 (archiviato dall'url originale il 17 settembre 2020).

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